"... Fra' gli innumerevoli prodigj operati da Dio ad intercessione de' Santi Renato, e Valerio, ve ne ha tre, de' quali è parola nella seconda, e terza lezione dell'Uffizio di San Valerio, che conviene ricordare ai Sorrentini, affinchè la loro pieta' maggiormente si accresca verso questi due loro potentissimi tutelari. Allorchè i Longobardi condotti da Rodoaldo principe di Benevento cinsero di assedio la Citta' di Sorrento, un tal Felice sorrentino caduto nelle lor mani fu' destinato a morire. Ma prima che i nemici fossero giunti al luogo, ove avevan designato di metterlo a morte, che si vuole esser stato, quello, che ora Atigliano o Arco del Ponte si appella ( ATIGLIANA ). Felice per schivare la morte che gli sovrastava, si precipito' dal quel ponte, implorando il soccorso di San Valerio, che gli fu' presentissimo; impercioche' dalla valle profonda, ove cadde, usci' salvo ed illeso. I Longobardi meravigliati dell'alto prodigio, divisarono di rendersi propizii quei divi con doni ed offerte, che in gran copia portarono nella loro chiesa, promettendone anche maggiori, qualora con il loro patrocinio fossero riusciti ad impadronirsi della Citta'. Ma i Santi rifiutarono quei doni impuri, i quali furon trovati il giorno appresso fuori della chiesa, per opera tutta del cielo. In vista di questo secondo miracolo gli uomini dalle lunghe alabarde mossi da insana rabbia si recarono a devastare quel tempio, e lo violano con ogni sorta di oltraggio. Ma bentosto furon puniti di loro audacia; impercioche' quei, che cotanto ardirono, essendo invasi dagli spiriti maligni, cosi' violentemente si danno ad urtare le inique lor teste ora contro se stessi a vicenda, ed ora contro le pareti, ed il pavimento del tempio, che restandone fiaccati, infranti, e pesti, con miseranda morte pagarono il fio della loro empieta'. Gli altri Longobardi compresi di alto spavento sciolsero l'assedio della Citta', e tostamente fuggirono. . . Riportato testualmente dall'originale.
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