Dopo le guerre combattute nelle Fiandre, nel Portogallo, nell'Olanda; dopo le rivolte di Napoli e di Messina, l'una detta di Masaniello e l'altra dei Merli e dei Malvizzi, mentre che i travagliati popoli, per le paci dei Pirenei e di Ninega, cominciavano a sperare un riposo ai tormenti delle guerre e delle rivoluzioni, che avevano affrante varie generazioni di uomini, la morte di Re Carlo II di Spagna, avvenuta il 1° novembre del 1700, immerse nuovamente l'Europa in altre turbolenze e guerre. Carlo II ultimo re della stirpe Austro-Spagnuola, fondata dall'Imperatore Carlo V, morto senza prole, contrariamente ai patti di famiglia, con suo testamento elesse a successore di tutti i suoi Stati il Duca D'Angio', secondogenito del Delfino di Francia. Luigi xiv di Francia, forte delle ragioni testamentarie e secondato dai ministri spagnuoli e dai vicere' dei vari stati della Monrchia, fece proclamare re di Spagna e suo dipendente, il nipote di lui, sotto il nome di Filppo V. Intanto l'Imperatore d'Austria Leopoldo, capo del ramo secondogenito e quindi chiamato alla successione per la verificata condizione dei patti di famiglia, che faceva subentrare il ramo secondogenito, nel caso di estinzione del ramo regnante, vista la proclamazione di Filippo V, appresto' gli eserciti per decidere la questione con la sorte delle armi. In quel rincontro di cittadini del reame di Napoli si divisero in fazioni, parteggiando taluni per Francia e taluni per Austria. La maggior parte dei nobili, i piu' intelligenti tra' i civili, allettati dalle promesse di Cesare, che assicuro' dichiarar Napoli regno autonomo ed indipendente, congiurarono in pro' d'Austria. Il popolo, memore della opposisione fatta in suo danno dai nobili e dai baroni, ai tempi di Masaniello, non volle far causa comune con essi loro e si tenne neutrale. Questa Congiura detta di Macchia, dal nome del capo di essa, Don Giacomo Gambacorta, principe di Macchia, per isvelato disegno, per la consueta ambizione dei partiti, per astinenza del popolo, riusci' improduttiva di effetto, ed ebbe per soli risultati condanne di morte, di carcere, di esilio,di confische e distruzione di parte rilevante dell'Archivio Regio della Zecca a Sant'Agostino, dove importantissimi documenti di storia patria andarono irrimediabilmente distrutti. Le descritte turbolenze ebbero il loro riscontro anche nella penisola sorrentina, e fra' quei cittadini vi fu' chi parteggio' per Austria, e chi per Francia. In Meta fra coloro che assecondarono il movimento a favore dell'Austria, segnalossi Antonio De M., giovine colto, di sensi animosi ed appartenente ad antica ed onorata famiglia di Meta. Convinto di operare per il meglio della sua patria, prese parte attivissima con quei di Napoli nella Congiura del principe di Macchia e fu' dannato alla pena dell'esilio. . . Notizie tratte da G. C. Avarna
Coniuratione principis.
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