Rapito dalla dura legge delle tre' Parche, giaccio in queste sedi della nera terra ancor giovinetto; mancano cinque giri del Sole figlio dell'Aurora, cinque giri perche' io compissi quattordic'anni. Il mio nome era Longino ed'il Prenome Caio, il Cognome Proculo, questo una volta quand'ero vivo,ora sono un'ombra e forse neppure un'ombra, posto sottoterra,sono coperto da un sepolcro di Morte e non solo. A fronte a me, giace il figlio d'un fratello di mia madre, Egli. maggiore di me di quattr'anni meno quaranta giorni, immerse i suoi occhi nella notte eterna. Questi, come un mio fratello, è sepolto nelle tenebre lungo il Lido di Stabiae, mentre la Sua Ombra sfiora l'Acheronte
. Le Ombre dei Morti serbano qualche conoscenza dopo i funerali. . . . Oferica Viandante non ti sia grave il dir " ...le ossa di Antonio e di Proculo dolcemente riposano...". . .
Nevia Barchilla sibi et Navarchino Equi tuo pulcro
Viro Suo
. . Il Padre Caio Longino Prisco. . . Ammiraglio della Flotta Imperiale di Miseno
. . Licinia Proscilla, al figlio dolcissimo.
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